ale3006

mercoledì, agosto 09, 2006

Caso Roswell

Molti ancora non sanno esattamente cosa avvenne vicino alla cittadina di Roswell nel 1947. Negli anni si è spesso confuso e i governi hanno cercato di insabbiare notizie. Ora quanto segue è un riassunto di quello che accadde.
Nel luglio del 1947 un'astronave aliena precipitò nel deserto del New Mexico nei pressi della cittadina di Roswell. L’incidente venne spiegato dall’USAF (l'areounautica degli Stati Uniti) come il risultato della caduta di un banale pallone sonda (foto a fianco) e la vicenda finì ben presto nel dimenticatoio. Solo negli anni '80 é stato "ufficiosamente" riaperto il caso da uno stuolo di ricercatori che ne hanno ripercorso millimetricamente i fatti, giungendo alla conclusione che l'incidente accadde realmente e che il Governo statunitense lo mise a tacere, come è stato, nel corso degli anni, per la maggioranza dei testimoni che vi furono direttamente coinvolti. I frammenti dell’ordigno furono inviati a Wright Patterson, e su decisione del Presidente Truman venne istituito un comitato speciale formato da scienziati e militari (Majestic-12) avente lo scopo di studiare l’astronave e il suo equipaggio alieno. Il Colonnello Twining, dietro suggerimento di alcuni scienziati di Alamogordo, fece pervenire una parte del materiale ai Bell Laboratories a Murray Hill, nel New Jersey. Il "caso" nasce il 2 luglio - durante il fine settimana festivo del 4, giorno dell'Indipendenza statunitense - quando il Sig. Dan Wilmot e sua moglie osservano verso le 21.50 un oggetto luminoso discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona. Nella notte scoppia un violento temporale, il cielo è coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. E' in quelle ore, prima dell'alba del 3 luglio che, probabilmente, avviene l'incidente: un UFO (alcuni ricercatori sostengono la tesi di due oggetti coinvolti), per cause mai accertate, precipita nel deserto. Nel febbraio del 1950 l'ingegnere civile Barney "Grady" Barnett di Socorro confida ai coniugi Maltais, suoi vecchi amici cui richiede di mantenere il segreto, che il 3 luglio 1947, mentre si trovava per servizio nel deserto nella zona fra Magdalena e Socorro, si era trovato improvvisamente davanti un oggetto metallico discoidale dai 7 ai 9 metri di diametro, cui si era avvicinato a piedi, sino quasi a poterlo toccare. Sul posto intanto erano giunte altre persone (fra cui anche dei giovani, forse studenti) facenti parte di un gruppo archeologico dell'Università della Pennsylvania. Accanto al veicolo schiantato tutti avevano visto, proiettati all'esterno, degli esseri umanoidi ormai privi di vita, di corporatura esile, con teste molto grandi, di carnagione chiara e completamente glabri. Di lì a poco era entrato in scena un camion militare carico di soldati che avrebbero bloccato prontamente e poi allontanato i civili, intimando loro di non fare parola su quanto avevano visto ("per ragioni patriottiche di sicurezza nazionale"), perimetrando la zona. Teatro del fatto sarebbe stato, secondo Barnett, un costone roccioso a ridosso dei cosiddetti Piani di San Agustin, oggi divenuta sede dei radiotelescopi del VLA (Verv Large Array) dell'Osservatorio Nazionale di Radioastronomia degli Stati Uniti. La credibilità della testimonianza di Barnett è rimasta dubbia, in quanto nessuno e mai stato in grado di interrogarlo in merito, essendo deceduto quando ancora del caso Roswell non si era riparlato. Per quanto riguarda il gruppo di archeologi, non è stato possibile verificare le identità di nessuno di loro. Il Colonnello in congedo Philip J. Corso, che di recente ha rivelato la storia del suo contributo alle operazioni di retroingeneria sui frammenti dell’UFO precipitato a Roswell nel 1947. Nel suo Il giorno dopo Roswell (The Day After Roswell) Corso racconta di aver gestito nel 1961, come Capo della Divisione Tecnologia Straniera dell’Esercito, i materiali recuperati nel crash. Lavorando agli ordini del Generale Trudeau, Corso avrebbe fornito porzioni di tale materiale a diversi laboratori di ricerca, civili e militari, i quali, all’oscuro dell’incidente di Roswell, sarebbero poi giunti a realizzare circuiti integrati, fibre ottiche, laser e altri ritrovati tecnologici. Poiché le contraddizioni emerse sono tante e lo spazio disponibile è poco, in questa sede entreremo in qualche dettaglio solo per quanto riguarda la realizzazione di transistor e circuiti integrati, certi che questo esempio sia comunque sufficiente per comprendere la distanza tra le storie di Corso e la Storia. Corso, circa la progettazione dei transistor, sostiene: a) di aver saputo dallo scienziato missilistico Hermann Oberth che«tutti quelli di Alamogordo volarono a Roswell con il Generale Twining per controllare il trasporto fino a Wright Field». (p. 160 dell’edizione italiana) Dietro suggerimento di Wernher von Braun, che riconobbe nei chip i componenti «di un circuito allo stato solido molto avanzato» (p. 160), Twining inoltrò il materiale ai Bell Laboratories.«L’Esercito fornì, segretamente, alcuni dei componenti agli ingegneri perché li esaminassero. All’inizio degli anni Cinquanta furono ufficialmente inventati i transistor e i circuiti transistorizzati cominciarono ad essere utilizzati in alcuni prodotti commerciali di largo consumo e nei sistemi elettronici militari». (p. 161)
b) di aver fatto pervenire, in prima persona, alle industrie quei componenti del disco di Roswell che consentirono lo sviluppo dei circuiti integrati. «Mi diceva il Generale Trudeau (...) ‘ricorda che hai un nutrito gruppo di scienziati da contattare a che la Bell Laboratories attende i tuoi rapporti una volta che avrai finito con il gruppo di Alamogordo.’ Eravamo nel 1961 e la miniaturizzazione dei computer e dei microcircuiti era già iniziata, ma i rapporti che il Generale mi aveva chiesto di preparare e gli appuntamenti che stava organizzando per me con la Sperry-Rand, la Hughes e la Bell Laboratories mi avrebbero permesso di incontrare alcuni scienziati e di sapere come le loro società avrebbero applicato i circuiti miniaturizzati ai sistemi d’arma».

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