ale3006

mercoledì, gennaio 24, 2007

Scaricare file protetti da copyright non è reato se non c’è fine di lucro.

Due giovani studenti del Politecnico di Torino sono stati giudicati innocenti dalla Corte di Cassazione che ha ribaltato le precedenti sentenze di grado "minore" dopo aver messo in rete e condiviso giochi per playstation, film e musica. Il concetto di fondo della sentenza è che i due ragazzi non avevano nè duplicato, nè messo in condivisione, nè scaricato file per fini di lucro, ma solo per interesse e uso personale.
Fino a poche ore fa si leggeva che scaricare file protetti da copyright non è reato secondo la Corte di Cassazione Italiana se non c'è fine di lucro. Quella che segue è la definizione di fine di lucro in tema di file sharing: "deve intendersi un fine di guadagno economicamente apprezzabile o di incremento patrimoniale da parte dell'autore del fatto, che non può identificarsi con un qualsiasi vantaggio di genere; né l'incremento patrimoniale può identificarsi con il mero risparmio di spesa derivante dall'uso di copie non autorizzate di programmi o altre opere dell'ingegno, al di fuori dello svolgimento di un'attività economica da parte dell'autore del fatto, anche se di diversa natura, che connoti l'abuso".
Ora è però importante fare un pò più di chiarezza. Scaricare senza autorizzazione file protetti da diritto d'autore non è legale: le normative attuali prevedono che il semplice download sia sanzionabile sul piano amministrativo mentre la condivisione di materiali protetti è a tutti gli effetti perseguibile penalmente. Il fatto quindi che scaricare file senza condividere non sia un reato non è dunque una novità: è, e rimane, un illecito. Che poi questo sia difficilmente perseguibile è tutto un altro paio di maniche.